Per evitare i dazi imposti dall’Unione Europea sull’acciaio cinese, scrivevano nei documenti che la merce proveniva dalla Corea del Sud. Lo hanno fatto per 110 operazioni. Ma sono finiti nel mirino nientemeno che della Procura Europea: il pubblico ministero di Bruxelles ha interessato la Guardia di Finanza di Ferrara perché approfondisse la vicenda. Al termine delle indagini, il Gip estense ha ordinato un decreto di sequestro preventivo per 2,4mln di euro a carico di due società. Si tratta di un’azienda ferrarese e un’altra del varesotto specializzate nella commercializzazione di bobine di acciaio inossidabile. I 3 amministratori delle imprese sono accusati di una rilevante frode doganale: attraverso intercettazioni e l’ispezione di documenti sequestrati in varie città italiane, i baschi verdi ferraresi hanno scoperto ben 110 false dichiarazioni presentate all’Agenzia delle Dogane estense con riferimento all’origine del prodotto, perché avrebbero attestato la provenienza coreana dell’acciaio quando invece arrivava dalla Cina. Questo per evitare il pagamento del cosiddetto dazio anti-dumping imposto su quel genere di merci provenienti dal paese del dragone. Misura necessaria per via di sussidi statali di cui godono le imprese cinesi, che generano però concorrenza sleale. Le due società italiane avrebbero così irregolarmente fruito dell’esenzione dal pagamento dei tributi doganali per la cifra di 2,4mln di euro. La somma è stata interamente recuperata da conti correnti societari. I tre amministratori sono indagati per i reati di contrabbando doganale e falsità ideologica.
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