146mila donatori e donazioni in crescita. Ci sono ottime notizie sul fronte della raccolta del sangue in Emilia-Romagna. Nei primi 8 mesi di quest’anno, le donazioni sono cresciute del 2,4% per quanto riguarda il sangue e di ben 14,5 punti percentuali per il plasma. E al tempo stesso calano le unità di emazie trasfuse: 3.773 in meno (-2,9%), indice di un’applicazione sempre più diffusa in termini di appropriatezza clinica. E’ insomma in buona salute il sistema regionale di donazione, raccolta e trasfusione di sangue e di emocomponenti: in totale, da Piacenza a Rimini, sono state 138.349 le unità di sangue intero raccolte e 127.979 quelle trasfuse. Si tratta di un risultato raggiunto – scrive la Regione – “grazie a una efficace programmazione organizzativa, che ha permesso di continuare a mettere a disposizione dei pazienti le unità trasfusionali necessarie e al tempo stesso ha portato ad un incremento complessivo molto positivo del plasma”. Quest’ultimo componente, viene ricordato, è indispensabile per la produzione di medicinali come albumina e immunoglobuline, in grado di salvare la vita a numerosi pazienti. L’Italia non è però autosufficiente per raccolta ed è dunque costretta a ricorrere al mercato. Le buone notizie arrivano inoltre anche dal fatto che anche durante il periodo estivo in Emilia-Romagna non si sono verificate criticità, ma anzi il sistema regionale ha continuato a garantire sostegno ad altre regioni, contribuendo all’autosufficienza nazionale con 3.009 unità di sangue. Un sistema, quello dell’Emilia-Romagna, che negli ultimi tempi è diventato sempre più attento al diffondersi di patologie tropicali prima assenti in Italia, come ad esempio il virus Dengue, avviando la sorveglianza per tutti i donatori al presentarsi di casi.
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