Un progetto regionale per monitorare la situazione e la vivibilità delle camere di sicurezza in Emilia Romagna. Si tratta di spazi di privazione temporanea della libertà all’interno delle caserme, utilizzati per trattenere persone fermate o arrestate prima della convalida del giudice. In Regione sono più di 2.400 le persone transitate nel 2024 in attesa di convalida dell’arresto da parte dell’autorità giudiziaria. Un dato che conferma il forte utilizzo di queste strutture temporanee in ER che risulta fra le prime cinque in Italia per numero di accessi e anche per diffusione delle camere stesse. Attualmente, sono 106 i locali attivi tra sedi della polizia di Stato e caserme dei carabinieri e polizia locale. Secondo il garante regionale dei detenuti, Roberto Cavalieri, è “carcere ombra, meno conosciuto”: per questo partirà a breve un fitto calendario di ispezioni di queste strutture, in collaborazione con il garante nazionale. In regione “non solo ci sono molte camere di sicurezza ma ci transitano molte persone rispetto al panorama nazionale. C’è un forte uso delle camere sicurezza nella nostra regione”. Il flusso più alto non è a Bologna ma a Rimini, con numeri più cospicui in particolare a Riccione. Come mai? Sicuramente pesa la stagione estiva, ma a questi interrogativi si cercherà di rispondere con il monitoraggio che comincerà con una riunione di presentazione alle Forze dell’ordine il 24 giugno. Comunque in genere finiscono in camera di sicurezza persone per cui non sono possibili i domiciliari, quindi ad esempio stranieri senza domicilio. Frequenti, in queste strutture, gli atti di autolesionismo. “È una fase estremamente delicata – spiega Annarita Di Vittorio, che fa parte della struttura dei garante nazionale dei detenuti – perché l’individuo è privato della libertà personale, ma non ancora formalmente detenuto. È quindi una privazione che richiede garanzie rafforzate”.
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