Si sente in “overbooking di idee” il sindaco di Ravenna Michele de Pascale. In una delle sue prime uscite bolognesi da candidato Pd alle Regionali tratteggia i capisaldi del suo programma da governatore su temi come sanità e infrastrutture ma prende anche posizione su uno dei temi che dividono il centrosinistra. Non firmerà il referendum Cgil contro il Jobs act del governo Renzi. La battuta sull’overbooking è evidentemente riferita alle proposte che de Pascale ha raccontato di ricevere “da varie realtà”, ma il riferimento è anche a quelle che lui ha definito “ambizioni e un po’ di tensioni” intorno alla formazione della prossima giunta regionale. Tema sul quale, a quattro mesi dalle elezioni, preferisce essere scaramantico. Sulla Sanità, secondo De Pascale, “non parlare di aumento dei finanziamenti significa prendere in giro ai cittadini. Noi – ha detto – non possiamo pensare di rendere migliore, universalistico, per tutti il Servizio sanitario nazionale senza aumentare le risorse”. Nel programma c’è anche un altro capitolo, quello della prevenzione per “rendere tutti i cittadini, anche quelli più fragili, maggiormente consapevoli della tutela della propria salute” o – mette in guardia il sindaco di Ravenna – non ce la faremo a mantenere il sistema sostenibile. Parlando di Bologna de Pascale parla soprattutto di infrastrutture. Quelle bolognesi, dice, sono strategiche per l’Emilia Romagna. Una delle sfide della prossima regione Emilia-Romagna – ha detto – è scrivere una pagina nuova nella strategia aeroportuale. Bologna ha uno scalo che non ha paragoni per numeri e portata rispetto agli altri scali regionali, ma non avrebbe senso fare un progetto senza gli altri tre aeroporti dell’Emilia-Romagna. Serve una visione complessiva. Sulle alleanze, il candidato del Pd parla di una coalizione che sta crescendo e avrà una dimensione “sia politica sia civica”, ma si schiera sul referendum Cgil contro il Jobs act, che non ha firmato, al contrario di Elly Schlein e del sindaco di Bologna Matteo Lepore. “Non ho firmato i referendum- ha spiegato – perchè credo che la materia giuslavoristica mal si presti ad interventi puntuali. Dovremmo mettere in campo una nostra proposta per rivedere gli aspetti del Jobs act che non hanno funzionato”.
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