Ci sono stati i due passeggeri in arrivo da Varsavia a febbraio e trovati rispettivamente con 57mila e 49mila euro in contanti non dichiarati. C’è stato il passeggero in arrivo da Atene a marzo con 36mila euro in contanti. Ma ci sono stati anche altri casi in cui a vari passeggieri in transito dal Marconi di Bologna sono state ritrovate valute estere, tra cui franchi svizzeri e dollari statunitensi, anch’essi sopra il limite. Il bilancio lo fanno le Fiamme Gialle, segnalando che nei primi cinque mesi di quest’anno ammonta a quasi quattro milioni di euro l’importo totale di valuta trovata nello scalo bolognese insieme all’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, grazie a “controlli mirati su voli e tratte considerati a maggiore rischio”. I controlli – spiegano i finanzieri – sono finalizzati al contrasto degli illeciti valutari e alla prevenzione di fenomeni riconducibili al riciclaggio. Tra gennaio e maggio sono stati fermati numerosi passeggeri in entrata o in uscita dal territorio nazionale, trovati in possesso di ingenti somme di denaro contante non dichiarato. All’esito di questi controlli – aggiungono le Fiamme Gialle – “sono stati irrogati circa 150.000 euro di sanzioni amministrative, in applicazione del decreto legislativo 211/2024”. Per somme oltre la soglia di 10.000 euro, le pene pecuniarie variano dal 30% al 100% dell’eccedenza, mentre per dichiarazioni errate o incomplete dal 15% al 70%. I finanzieri spiegano anche che l’esperienza operativa dimostra come la violazione delle disposizioni valutarie, spesso ritenuta una semplice infrazione amministrativa, possa costituire in realtà un indicatore di fenomeni illeciti più complessi, tra cui evasione fiscale, riciclaggio di denaro o traffici transfrontalieri.
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