Le temperature torride non frenano la marcia “contro il genocidio” a Gaza: a migliaia sono arrivate fin su al Monte Sole per esprimere la solidarietà a uomini, donne e bambini intrappolati nella Striscia sotto le bombe. Ottomila, stima dal palco il presidente dell’Ucoii Yassine Lafram, per l’iniziativa a cui hanno aderito Cgil, Anpi, vari comuni emiliani a partire da Bologna, Acli, Arci ed Emergency.
Quando lo striscione “Save Gaza – Fermate il governo di Israele” sbuca a Monte Sole, nel luogo simbolo della strage nazifascista più sanguinaria compiuta sul territorio italiano, ci sono 34 gradi. Erano già 30 a Marzabotto, il comune del Bolognese da cui è partita la marcia che poi è passata dalla frazione di Pian di Venola. Sul pratone del Poggiolo sono arrivati da tutta Italia. “Sono partito alle sei di stamattina. Sono stato a Hebron qualche anno fa, senza arrivare a Gaza capisci l’umiliazione dei palestinesi – dice Francesco, da Falconara Marittima – L’esercito israeliano sta facendo un genocidio”.
Dal palco parlano tra gli altri il rettore dell’università per stranieri di Siena Tomaso Montanari e l’attore Alessandro Bergonzoni. Il segretario della Cgil Maurizio Landini, presente in avvio di corteo, non entra nel merito ma parla di “una violazione dei diritti umani senza precedenti e tutto questo porterebbe già, per gli accordi che ci sono, l’Europa a prendere determinate posizioni e interrompere determinati rapporti”. Più diretta la sindaca di Marzabotto Valentina Cuppi: “È in corso uno sterminio di popolo. Io lo chiamo genocidio”. “Genocidio” è anche la parola usata dal palco dal sindaco di Bologna, Matteo Lepore: “Dobbiamo chiedere che per i palestinesi venga fatto quello che è stato fatto per gli ucraini. Dobbiamo chiedere che tutta l’Europa dia diritto di cittadinanza ai palestinesi che devono venire via, ma soprattutto vogliono tornare nel loro Paese”.