Secondo i dati dell’Inail, aggiornati ad agosto, in Emilia-Romagna sono state presentate 49.561 denunce di infortunio, di cui 53 con esito mortale, e 5.283 denunce di malattie professionali, in aumento rispetto alle 5.085 dello stesso periodo del 2024. In Romagna si registrano, invece, 12.900 denunce di infortunio e più di 2.000 di malattie professionali. Una situazione che “resta preoccupante” secondo la Cisl Romagna. In particolare nei primi otto mesi dell’anno a Forlì-Cesena, le denunce di infortunio sono state 4.715 (+3,3% rispetto al 2024), 14 con esito mortale; 1.025 le denunce di malattie professionali; a Ravenna 4.732 denunce di infortunio, 3 decessi e 604 denunce di malattie professionali (+50%), a Rimini 3.475 denunce, nessun decesso, ma 376 malattie professionali, anch’esse in crescita. Secondo Francesco Marinelli, segretario generale della Cisl romagnola “in Romagna aumentano le denunce di malattie professionali e restano troppi gli infortuni gravi. Serve un cambio di passo deciso: più formazione, più prevenzione, più controlli. La sicurezza non è un costo, ma un investimento sul futuro”. Il segretario Cisl evidenzia la crescita delle patologie professionali cosiddette ‘invisibili’, e cioè quelle legate a rischi fisici, stress, posture scorrette, esposizioni e carichi di lavoro eccessivi. Secondo il sindacalista “non si tratta solo di incidenti improvvisi, ma di malattie che si accumulano nel tempo e che rischiano di compromettere la salute e la dignità del lavoro.
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