Emerge una fotografia ancora molto preoccupante sulle condizioni carcerarie a Bologna e che arriva dalla relazione 2024 presentata in commissione a Palazzo D’Accursio dal garante dei detenuti del Comune, Antonio Ianniello. Due le strutture al centro dell’attenzione: il carcere minorile del Pratello, dove l’apertura del secondo piano avrebbe peggiorato drasticamente la qualità della detenzione, e il carcere della Dozza, dove il numero dei detenuti ha superato livelli critici, toccando soglie che per il garante rischiano di configurare trattamenti disumani, 760 attuali contro una capienza massima di 457. A oltre tre anni dall’apertura del secondo piano detentivo al carcere minorile del Pratello, Il Garante parla di condizioni peggiorate sia per i ragazzi detenuti che per gli operatori penitenziari. “Si è affacciata con tratti inediti e prepotenti la criticità del sovraffollamento”, con punte di 59 ragazzi su una capienza regolamentare di 40, oggi scesi a 43. “Possiamo parlare di un’inaccettabile assimilazione della detenzione minorile a quella per adulti”, denuncia Ianniello. “Aumenta il tempo vuoto e privo di qualità che i ragazzi trascorrono nelle celle”. Ancora più grave, secondo il Garante, è la situazione della casa circondariale della Dozza, dove si registrano 760 detenuti a fronte di una capienza regolamentare di 457. Tra questi, 83 donne, 11 delle quali avviate al lavoro esterno. A causa della saturazione degli spazi, in primavera sono stati sospesi per giorni nuovi ingressi, dirottando i detenuti su altri istituti del distretto. “Se i numeri continueranno a salire, ci troveremmo di fronte a una flagrante violazione dell’articolo 3 della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo”, ha affermato Ianniello, ricordando che tale norma vieta pene e trattamenti disumani o degradanti. Il garante ha anche denunciato la presenza di tossicodipendenze e pratiche di autolesionismo, affermando che circa un terzo dei detenuti ha dichiarato uso di sostanze all’ingresso, e che all’interno dell’istituto sono stati documentati abusi di psicofarmaci, inalazioni di gas da bombolette da cucina e produzione artigianale di alcolici fermentati. “Servono percorsi specifici e strutturati per affrontare queste dipendenze.”
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